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Corso pre parto - Parte 1

E così è arrivato il giorno fatidico. Oggi alle nove, primo incontro al consultorio del "Corso di accompagnamento alla nascita". Lo aspettavo da un po', se non altro per avere una scusa per uscire un po' di casa, magari fare conoscenza con qualche altra mamma...

Ecco. Stamattina avrei voluto non una, ma ottomila scuse diverse e certificate pur di NON uscire di casa. Sì perché quando vivi suol mare, altitudine 0, in Toscana, da tutta la tua vita, il tuo fisico poco allenato non è abituato al rigore di una TORMENTA DI NEVE! Giuro. Scena del risveglio: la Metà-Della-Mela che si alza e va ad aprire le serrande, mentre io mi infosso nel materasso mugolando.
Lui: "Amore! C'è la neve!" (Tono di bimbo di quattro anni di fronte a una pila di regali alta otto volte lui)
Io: "Mmm...gh...uhm...gg...???" (Non chiedetemelo...)
Lui: "Ha nevicato! Sta nevicando!Dai, alzati!" (Tono da animatore di villaggio turistico a Sharm)
Io:"Sì, certo, stai a vedere che ci casco..."

Invece...Sorpresona! Nevicava davvero! Non mi stava mentendo! Chi lo avrebbe detto? In un posto dove quando una cosa inaspettata accade davvero commentiamo con un "Boia, domani nevica!", ed ecco che...Caspita.

Ok, mi vesto. Cavolo...il poncho di lana non va bene, fa troppo freddo e c'è troppo vento. L'opzione piumino non è da prendersi in considerazione: sono settimane che non riesco più ad allacciarlo a meno di battere qualunque record mondiale di apnea. Idea, la giacca da neve! Appropriata anche. Dunque, cappello, ok. Giacca allacciata, collo alto del maglione rialzato, guanti presi...Ci sono. Parto.

Atmosfera surreale del paese innevato. Consultorio, secondo piano. Corridoio a sinistra, ecchice qua...!!! Ma...?? Non c'è nessuno! Niente panico, chiedi informazioni! Sì, ma a chi? Intravedo due figure semiumane in quella stanza, io mi butto.

Vengo così a sapere che il corso effettivamente iniziava alle 9 di stamattina, ma evidentemente il tempo ha scoraggiato la partecipazione, perché ci sono solo io! Ma no! Ma porc! Ma come? Proviamo ad aspettare. Meno male che con il passare dei minuti arrivano altre ragazze e l'incontro si tiene come previsto.

Oggi, come faremo per altre due volte, tra due e tra quattro settimane, abbiamo avuto con noi la psicologa del consultorio. Un po' di chiacchiere senza importanza, e poi ci pone la domanda. Come state vivendo il cambiamento in voi stesse, al di là dell'ovvio cambiamento fisico? Come lo percepite?
Eh, è una parola...Inizio a pensarci su mentre le altre, più audaci, iniziano a snocciolare le loro esperienza.
Alla fine dell'incontro sono stata felice di non aver preso mai la parola, perché non avrei saputo onestamente cosa rispondere.
Sono felice. Sì, a mille, anche se è un cliché. Francamente non mi sento cambiata, intimamente, non più di tanto. Più che di cambiamento parlerei di consapevolezza. Di crescita. Ho scoperto una nuova faccia di me, quella di mamma. Quella che mi ha spinto a scrivere questo blog, che alza gli occhi al cielo dopo che per tre ore di fila il Fagiolo mi martella le costole e io vorrei già potergli dire cosa si fa e cosa non si fa guardandolo negli occhi, che sorride come un'idiota quando parla del parassita che ha dentro,.
Che è totalmente terrorizzata per il dopo, per quella che sarà la vita concreta quotidiana con un neonato, il mio neonato, in casa. Sarò capace? sarò adeguata? Magari lo farò cadere mentre gli faccio il bagnetto, mamma mia...Pensieri del genere.

Tutto sommato è stata una seduta piacevole. Spero di legare almeno un pochino con queste mamme, anche se hanno tutte qualche anno più di me.

Alla prossima lezione.

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