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Conversazioni col Piranha

Here I am, and still alive! Ma fortunatamente ho avuto un po' da fare con le ripetizioni, il tempo è ancora buono e porto a spasso il Piranha più spesso, e sto sviluppando una delle mie solite, fortissime ma passeggere – spero – ossessioni con una certa serie tv e il suo fandom...Tutto ciò mi ha rubato tempo, e io non ho neanche protestato più di tanto contro questo furto.

Il Piranha si è rivelato un grandissimo chiacchierone. Bè, lo è già da parecchi mesi, ma nell'ultimo paio di lune bè...sta diventando davvero una gioia e una maledizione per le orecchie.
Maledizione perché chiacchiera non stop. Fa domande e da' risposte, e racconta le cose, oppure ripete stile pappagallo ammaestrato, e quando non può fare nessuna di queste cose allora chiacchiera random, snocciolando parole vere o inventate come se recitasse il dizionario a memoria.
E a volte fa dei discorsi che mi fanno scoppiare in grandi risate, oppure mi lasciano un po' basita, perché lasciano intuire una comprensione del mondo che ha intorno ben più completa di quel che credevo possibile a ventinove mesi di vita.

Gli chiedono se va all'asilo.
Lui mi guarda, e io gli spiego che è la scuola dove vanno il suo amichetto e la sorellina.
Allora lui risponde all'interlocutore:”No. Ci vado quando sa'ò più ga'ande”.
Bravo Piranha.

Piranha! Non si usano i pennarelli per terra/sul muro/sulla lavatrice!”
Scusa mamma. Ti do' un bacio!”
Piccolo fetente.

La Metà-della-Mela chiede: "Piranha, sei stato al mare stamani con la mamma?”
E lui non si limita mica a un sì.
Sì babbo, proprio così”. Giuro.

Mi do' una bella pacca sulle spalle perché sta crescendo educato, almeno per ora. Entra nei negozi e saluta, e sì, spesso dice Ciao invece di Buongiorno, ma mi pare già abbastanza. Chiede permesso, dice per favore e grazie.
E adesso ha fatto il balzo di qualità, e ringrazia non solo quando gli do'/danno qualcosa, ma anche quando gli porgo/porgono un complimento.
Che bel disegno Piranha!”
Grazie mamma”.

Ripete le espressioni dialettali che ci sfuggono, ed è buffo in modo indescrivibile sentirgli dire certe parole, a volte, lo ammetto, vagamente pesanti (ma mai davvero offensive, eh!)con la sua tenerissima vocetta da dueenne. E le usa anche bene, proprio a proposito!

Le nuove capacità linguistiche danno anche adito a scenette. Al parco giochi, per esempio.
Lui:"Mamma, vojo quella palla!"
Io:"Amore, non è tua, è della bimba. Puoi chiederle se te la presta e giocate insieme"(Voce saggia e serena)
Lui(Correndo dalla bimba e facendole un mega sorriso): “Me la presti, per favo'e?”
Bimba(porgendogli la pallina, benedetta ingenua!):”Sì”.
Lui(sorrisone):”Grazie bimba!”
Lui(girandosi verso di me e ghignando):Adesso è mia!!
Ho un piccolo futuro conquistatore dell'universo come figlio...

E poi manipola a suo piacere le parole, evidentemente sa bene cosa significano, e come usarle, e questa cosa mi affascina molto, da linguista e da mamma.
L'altra sera si è prodotto in un voluto, cercato e costruito con intenzione ruttino.
Noi genitori, “Piranha, non si fanno i ruttini apposta...”
Ma lui, “Ma mamma, ho fatto ruggito!”
Oh. Ok, hai vinto tu.

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