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Il natale secondo il Piranha


Natale è la mia festa preferita. Credo che sia anche quella più sentita in Italia, perché è la sola che mobilita tutti, che accende le case e le strade, che fa scaturire parole di auguri tra perfetti estranei ogni volta che si esce di casa per andare anche solo a comprare il pane. L'atmosfera natalizia è magica, mi mette sempre allegria, mi da' gioia, è speciale...e il Natale con un bambino piccolo per casa è doppiamente magico!
L'anno scorso il Piranha era un pescetto di sette mesi, e a parte un blando interesse per le luci dell'albero e una gioia pura quando la mattina di Natale giocava tra le cartacce dei doni aperti, la cosa è finita lì.
Quest'anno i mesi sono diciannove, e l'entusiasmo è più...diciamo che è più coinvolto.
Prima di tutto l'albero deve stare rigorosamente acceso, fin dalle prime luci dell'alba. Appena entra in sala, subito punta il dito, "Babbe'o!" e guai a non accontentarlo. perfino la pappa passa in secondo piano. Finché le luci non sono accese non si può far nulla, guai.
Una volta accese, l'albero perde ogni interesse. Intendiamoci, ha fatto un tentativo di afferrare una delle palline una volta, spingendosi cauto in avanti con il ditino indice, conscio di essere su un terreno pericoloso. Il nostro "No." deciso e severo l'ha colto alle spalle come una fucilata, e da allora non ha più riprovato e ha ignorato l'alberello...luci a parte.
Anche i regali sottostanti sono fonte di facili entusiasmi. Una volta comparso il primo regalo, mi ha guardato confuso, e gli ho spiegato che apriremo tutti i nostri bei pacchetti colorati la mattina del 25.
La mattina seguente, il Piranha ha nuotato verso di me col regalo in mano e il sorrisone. "Mamma?"
Ehm, no. Certo, è mattina ma non la mattina giusta. Vaglielo a spiegare.

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