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Il pranzo è servito!

Le abitudini alimentari del Piranha. Ne vogliamo parlare? Parliamone.
Non so cosa altri bimbi di quattordici mesi ingurgitino e come.
Il Piranha è un giovanotto d'appetito, anche se ancora lo imbocco. Questa cosa mi fa venire le crisi di ansia ogni volta che guardo una puntata in replica di Sos Tata, ma per ora proseguiamo così.
Nella sua dieta, al momento, troviamo:
  • Pastasciuttina col formaggino e il parmigiano. Ne va matto, letteralmente. Oggi per sbaglio ne ho buttata troppa e ne è venuta una quantità simil pasto completo, e lui non ha fatto una piega e se l'è spazzolata.
  • Hamburger di carne rossa o bianca col parmigiano, cotto al vapore. Gli piace assai. la consistenza qui aumenta, e si fanno veri e propri bocconi da adulti.
  • Prosciutto cotto fatto a pezzettini. Io lo imbocco con la forchetta mentre lui intanto si serve con le mani.
  • Passato di lenticchie. Non ne va matto, ma ogni tanto si lascia persuadere a mangiarlo.
  • Passato di verdura con pastina/semolino/mais e tapioca, certe volte liscio(se mangia la carne o il prosciutto come secondo)oppure con la carne frullata dentro, o un tuorlo, o un cucchiaio di ricotta o formaggino. Nota dolente. Siamo ancora alle pappe. Non riesco a fargli mangiare verdura altrimenti. Le verdure prese singolarmente e cotte al vapore o lesse proprio non gli vanno. Nessuna verdura. Niente patata, carota, zucchina, fagiolino, pisellini, niente di niente di niente. Perciò, una volta al giorno, vai di passato di verdura. Ieri sera ho provato a fargli un tortino di zucchine, ricetta della mia amica S. Zucchine tagliate finissime, parmigiano abbondante e un tuorlo. Buonissimo, un po' sciapito ma buono. Niente, non ne ha voluto sapere. In più, siccome non mangia l'uovo sodo, né la ricotta al cucchiaio, ecco che gliela camuffo lì dentro.
  • Frutta frullata assieme allo yogurt intero(mela, pera, pesca, albicocca, banana, a scelta). Anche qui, la frutta a pezzetti non gli quadra molto. Trucchetto per dargli la frutta.
  • Pane col pomodoro strusciato. Non sempre, ma ogni tanto gli va di gusto.
  • Parmigiano. Fosse per lui non mangerebbe altro dall mattina alla sera. A costo di morire di indigestione ne mangerebbe una forma intera, ad avercela, ed è sempre pronto a fare gli occhi dolci al formaggiaio al mercato anche se sono le otto di mattina e si è appena scolato il suo biberon di latte e miele.
  • Pizza. Ovviamente non me la sento di dargliela a cena come pasto, ma se noi la stiamo mangiando non puoi salvarti dal dargliene qualche morso, anche perché sarebbe come cercare di cenare con le chiappe al vento seduto su cesto di ricci di mare accanto a un'ambulanza con sirena accesa. Dante Alighieri non aveva mai conosciuto mio figlio, altrimenti lo avrebbe certamente occupato in qualche suo girone. La fame lo trasforma da bimbo normalmente felice e vivace qual'è a una versione più urlante e pestifera di Ciuchino.
  • Pane e schiacciata e cracker e tutto ciò che si trova dal fornaio, al quale riserva la sua migliore espressione a cagnolino affamato(dopo aver superato il formaggiaio).
Non so, scrivendo le cose così nere su bianco mi sembra che non stiamo andando benissimo...o sì? Io vedo che cresce piuttosto spedito, non si può dire che sia un bimbo gracilino ed è anche alto...andrà bene così? Mi sembra sempre felice quando si alza da tavola!

Il linguaggio segreto del Piranha

"Mamma"
"Babbo"
"Nonna"
"Nonno"
"Pappa"
"Cacca"(Detto sempre a voce bassa, mai scandito ad alta voce)
"Nanna"(Raro, rarissimo, del resto è un insonne...)
"No"
"Boh"

E fin qui, tutto chiaro. Il nostro quattordicimesenne si cimenta anche in:

"U-go" (Nome del gatto di mia mamma e per estensione di tutti i felini e di un terzo del mondo animale)
"'aya" (Da Raya, nome del cane di mio suocero, per estensione nome di tutti i cani e di un altro terzo di regno animale)

Abbastanza chiaro.

Ma adesso vi sfido a interpretare "Cocca" e "Tappa". Eh. Vi pare semplice eh? Queste sono vere finezze che solo noi genitori e nonni siamo capaci di tradurre.
"Cocca" sta per gallina, chiaramente derivato da Coccodè.
"Tappa" invece sta per uccellino(il restante terzo di mondo animale). Qualsiasi pennuto, dal passerottino al gabbiano al pinguino finanche lo struzzo. Dove diavolo abbia pescato questo "tappa" Dio solo lo sa. Forse è una contrattura piuttosto storpiata di passerotto? Non so. Ma i tappa gli piacciono assai, e riesce a vederli a otto km di distanza. In spiaggia, ogni tanto inizia a urlare, "Tappa!" e io, chinandomi al suo livello scorgo un puntino color sabbia che si muove a quindici miglia di distanza. Che vista!

Chiacchierare con lui sta diventando sempre più divertente, anche se a volte non lo capisco. Per lo più grugnisce e indica col dito, ma capire cosa davvero indica e vuole è sempre arduo. Per non parlare di quando conia nuove parole:"Piesciusciu" non so ancora che cosa significhi...

Un passo dopo l'altro

Presa come sono dalla situazione della Metà-della-Mela, che è ancora in ospedale, ho dimenticato che questo è nato come blog circa la mammità e il Piranha ed ho omesso di annotare un evento clou. Il Piranha cammina.
Non quella camminata bisognosa di appigli, e neanche i timidi due o tre passetti incerti in solitaria fatti attorno all'anno di vita.
Poco dopo il suo compleanno, una bel giorno, è partito.
Così, di punto in bianco.
Era in piedi alla porta del terrazzo e l'ho visto puntare deciso la porta della cucina, superarla, attraversare l'ingresso e l'antibagno e giungere baldanzoso in cameretta. Praticamente ha attraversato casa.
Io, allibita ed euforica me ne sono rimasta indietro in reverente silenzio ad osservare quella piccola schiena che si allontanava.
Salvo poi scoppiare a ridere udendo la sua vocina in bilico tra il confuso e lo spaventato, che mi chiamava dalla camera dove a un tratto si era ritrovato da solo: "Mamma?"
Adesso, a tredici mesi, corre. Ha qualche difficoltà sui terreni accidentati, tipo la pineta o la spiaggia, ma se la cava.
E' capace di mollarti lì a metà di una faccia buffa o di un gioco per andarsene altrove, e lo fa con un certo compiacimento.
Non sempre ubbidisce quando lo si chiama o gli si dice di non andare dove sta invece puntando.
Se la gode, la sua autonomia.
Camminare lo riempie di piacere, il seggiolone è diventato una sedia elettrica.
Il passeggino conserva il suo fascino finché è in movimento e lui osserva il mondo scorrergli sotto al naso come fosse al drive-in, ma se ci fermiamo la richiesta è unica: scendere.
Come mi sento?
Entusiasta.
Triste.
Felice.
E provo quella sensazione agro dolce di quieta e felice commozione, di malinconica felicità:la Metà-della-Mela ha potuto vedere solo i primi incerti passetti in autonomia, ma non c'era per osservare questa strabiliante e repentina trasformazione in spericolato podista.
Inevitabile ma triste. E anche se ho fatto video e glieli ho mostrati, so che non è la stessa cosa.