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Evoluzione di un podista

Prima, hai iniziato a gattonare. Sapevi già metterti seduto e in piedi, ma è stata la tua prima conquista. Adesso sei un vero maestro. Viaggi a notevole velocità, riesci a salire le scale(abilità coltivata in un luuuungo pomeriggio al mare. Giocare con la sabbia? Pff! Roba da bambini! Costringere mammina a salire le scale innumerevoli volte tenendoti per il dorso della maglietta, su e poi giù e di nuovo su, vuoi mettere?), ti fermi per metterti seduto o alzarti quando vuoi, spingi le cose andando sui ginocchi. Sei un maestro.

Hai iniziato a voler camminare. Tutte e due le manine nelle mie, hai mosso un passo e poi un altro, e mi hai costretta a lunghe camminate su e giù per casa. Poi hai deciso che il girello e il passeggino erano ottimi sostituti. Ciao mamma, puoi andare grazie. Ops, il passeggino ha sbattuto nella parete e non posso andare più avanti. "Mamma!" Ah, ora mi vuoi eh?

Poi hai iniziato a staccare le mani dal tuo sostegno, una volta in piedi. Bada bene, da principio accadeva per caso. Sovrappensiero, magari per ciucciare meglio un giochino o per battere le manine ridendo, ti ritrovavi in piedi senza mani e senza appoggio. Il tuo sguardo esterefatto e poi terrorizzato appena te ne rendevi conto era esilarante. Subito, ti affrettavi a lasciarti cadere a terra. Come disse Diego, la terra è sicura...

Ma da un po' di giorni ti stacchi da solo, prima incerto, sempre più sicuro, prendi confidenza, sei deciso e sicuro, piedi larghi, moderno colosso di Rodi. Ti metto giù e invece di aggrapparti subito alle mie gambe resti perfettamente in piedi. Saluti, ti agiti, indichi, batti le mani e fai l'indiano(Giuro, si batte la mano sulla bocca per fare Auauauau come gli indiani, acc a noi che glielo abbiamo fatto vedere)ma non barcolli. E per camminare adesso basta una mano o un dito e vai. Ed io sento i versi di Diamante di Zucchero nella testa. Poi invece ti canticchio la canzoncina di Mago Merlino pesce nella Spada della Roccia:Dest, Sinist, Dest Sinist...Sì lo so, non dite nulla.

Ma ancora non stacchi i piedi. Sei buffissimo, sembra che tu abbia le piante incollate a terra. Vai in punta di piedi, il corpo ondeggia in avanti ma niente, non ti muovi. Imparerai, presto. Ci siamo ormai.

Ogni giorno resto in trepida attesa. Attesa di vederti compiere il primo passo da solo. Da solo, staccato da me. Almeno in questo. Sarò felice? Sarò entusiasta? Sarò triste? Non lo so ancora, ma ve lo farò sapere. Presto, credo.

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