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Autonomia motoria vs mammite acuta

Nel giro di pochi giorni, a partire dal compimento dell'ottavo mese, il Piranha(ormai siamo a quota quattro denti, perciò l'appellativo è azzeccatissimo)ha conquistato la capacità di muoversi liberamente. Dallo stare semplicemente seduto, ha iniziato ad alzarsi in piedi aggrappato alla sponda del lettino, a mettersi a pancia sotto pronto per gattonare, finché un bel giorno è partito a razzo. L'ho piazzato sul tappeto, mi sono distratta un attimo, e lui PUF! era sparito. L'ho beccato all'altro capo della stanza che procedeva fiducioso. Si mette in piedi appeso a qualunque cosa, inizia con la camminata del granchio, spostandosi cauto e traballante lateralmente aggrappato al divano per raggiungere gli oggetti del desiderio. Se vuole qualcosa, adesso se la può andare a prendere, e difatti è iniziato il ricollocamento di molti oggetti del salotto. Lettore dvd e Playstation sono stati spostati, e anche oggetti comuni come il giornale e le mie pantofole devono essere messi in alto, irraggiungibili. Quando riesce ad arrivare dove vuole, ridacchia soddisfatto. E' un piacere vederlo:sorride, mi cerca con gli occhi, sghignazza, compiaciuto di se stesso. Il seggiolone non lo entusiasma più molto, la parola d'ordine è sgambettare.

Di contro, siamo entrati a grandi passi nella cosiddetta "crisi dell'ottavo mese". Gli estranei possono anche intimorirlo, anche se è comunque festoso, come bimbo, e di solito dopo poco sorride. Ma staccarlo da me è un'impresa. Se mi perde di vista anche un istante sono urla e crisi. Me lo porto dietro per casa mentre faccio le faccende, messo nel seggiolone o nel passeggino, e me lo devo portare persino in bagno. Se lo prendo in braccio magari per toglierlo dal lettino, e dopo un paio di minuti cerco di darlo al babbo, così posso cucinare o fare altro per cui ho bisogno di due mani libere, si aggrappa a modello koala e piange. per carità, passa presto, col babbo ci sta volentieri, ma all'inizio son pianti. Anche con i nonni è sempre stato volentieri, ma adesso vedermi andar via, o anche solo vedermi sparire dietro la porta del bagno per una sacrosanta doccia in altrettanto sacrosanta pace e tranquillità, può trasformarsi in una scenata.

So che è normale, che fa parte della crescita. Anche la pediatra me lo ha detto. Ma certe volte può essere pesante, dedicargli la mia completa attenzione ogni istante della giornata. Mi consola però la gioia che si ha guardandolo così cresciuto, sapere che magari tra poco camminerà, sentirsi chiamare mamma. Anche se lo sta urlando a squarciagola perché è nel seggiolone da più di dieci minuti, e ancora non ho finito di lavare i piatti o cucinare. Quando la pazienza scappa, mi sforzo di pensare a questo. La pazienza, già...proposito per l'anno nuovo, averne tanta, taaaanta di più.

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